Sul monte di Portofino la sperimentazione di tecniche a secco contro la siccità.
Nell’entroterra di Portofino c’è un cantiere molto speciale: l’Eremo di Sant’Antonio di Niasca sta realizzando un progetto per il recupero degli antichi muri in pietra a secco finalizzato al contrasto della siccità e delle frane.
Il progetto “AQUAE”, questo il nome dell’iniziativa, oltre al recupero dei muri a secco per la loro fondamentale funzione idrogeologica, mira a raccogliere l’acqua in eccesso grazie alla particolare attenzione alle pendenze che gli esperti del Collettivo Milarepa e di Famiglia Muretti, pongono nella posa della massicciata verso i canali di raccolta, realizzati sempre a secco.
L’idea è di generare un modello sperimentale di sfruttamento della risorsa idrica grazie alla capacità dei muri in pietra a secco di drenaggio delle piogge per misurarne l’efficacia e promuovere questa tecnica sui territori in pendenza, evitando lo sperpero di acqua potabile per l’irrigazione.
“AQUAE” si inserisce nel più ampio progetto di recupero dell’Eremo di Sant’Antonio, sopra la baia di Paraggi, già attivo da pochi anni come rifugio escursionistico e centro di divulgazione di buone pratiche ambientali.
Il progetto AQUAE è stato possibile col PNRR “Protezione e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale”. Ne parleremo come caso studio, ma anche allargando l’orizzonte sulle molte implicazioni che il tema suggerisce in un Webinar gratuito venerdì 8 marzo, ore 10,00. Per gli Architetti di Genova vale 3cf.
Qui potete iscrivervi e vedere il dettaglio del programma http://bit.ly/eremo